Ci sono i proclami.
Ci sono le promesse elettorali.
Ci sono i programmi elettorali con tanto di punti chiave.
Ci sono i post sui social e le dirette Facebook senza contraddittorio.
E poi ci sono i fatti.
Nessuno degli scavi archeologici presenti nel centro cittadino è fruibile a cittadini e turisti. È questo l’avvilente biglietto da visita che offriamo a turisti e crocieristi, che pregiudica la crescita di un turismo, anche culturale, sul quale si dice sempre di voler puntare. Sia in termini di crescita sociale che occupazionale.
Vediamo alcuni esempi:
• La tomba a camera di largo Avignone, un gioiello del IV a. C., unica del suo genere nel sud d’Italia, è ancora chiusa e inagibile, così come sia l’Antiquarium di Palazzo Zanca a pochi metri dal terminal croceristico. Gli scavi archeologici presenti nel cortile del Comune sono invasi dalle erbacce e danneggiati dalle radici del temibile “Ailanthus altissima”, che secondo gli esperti è il peggiore arbusto infestante del Sud d’Europa.
• L’area dello scavo della Chiesa di San Giacomo dell’undicesimo secolo che è stata appena scerbata, continua ad essere allagata dal subalveo del torrente Portalegni. Tramite la IV circoscrizione avevo chiesto all’amministrazione il coinvolgimento di Amam per realizzare un sistema idraulico che intercettasse l’acqua a monte dello scavo, ma nulla è stato tentato in questi cinque anni.
• L’ingresso cinquecentesco della fortezza di Rocca Guelfonia di via delle Carceri inserito nel percorso turistico e meta di tanti croceristi, versa in condizioni di degrado assoluto, nonostante le reiterate richieste di bonifica della IV circoscrizione. Purtroppo le amministrazioni “De Luca” non hanno mai preso in considerazione le delibere della circoscrizione, rivelandosi strenue oppositrici del decentramento, una forma di partecipazione e condivisione democratica nella gestione della città.
• Discorso a parte merita la struttura fortifica denominata “Fortino Vivonne” costruita nel ‘600 dai francesi e che giace quasi completamente interrata all’interno del Parco Aldo Moro. L’amministrazione sta riqualificando il verde presente all’interno del parco ma non la fortificazione, che rappresenterebbe la più importante attrattiva dell’area e per la quale la IV circoscrizione deliberò anche il recupero dell’antica struttura fortificata.
Anche altri siti archeologici importanti come, per esempio, Palazzo Colapesce in via La Farina e l’Agorà di Corso Cavour che dovrebbero essere valorizzati dall’amministrazione comunale, non sono fruibili. Davanti questa inconcludenza manifesta, l’amministrazione dovrebbe dare una risposta precisa alla cittadinanza tutta, perché cultura è turismo, turismo è ricchezza e non si può perdere altro tempo.
Consigliere IV circoscrizione
Renato Coletta