Lo avevamo ampiamente previsto. Troppi errori in fase progettuale causati principalmente dalla mancanza di studi di fattibilità. Nella realizzazione di questa, ed altre opere pubbliche, l’amministrazione non ha condiviso il progetto con la città, non si è confrontata con la IV Circoscrizione, competente per territorio, e non ha previsto neppure un concorso di idee per coinvolgere i professionisti messinesi. Invece, ha deciso di mettere a dimora nel centro cittadino, cioè nel sottosuolo più infrastrutturato della città, tipologie di alberature più adatte a parchi ed aree periurbane che alle vie del centro.

Prova ne sia la quantità di disservizi causati durante le attività di scavo, causati dal danneggiamento di fasci di fibre ottiche, gallerie e condotti fognari, tubazioni dell’acquedotto e persino cavi dell’alta tensione. Si è poi cercato di correre ai ripari, riducendo l’estensione e l’altezza dello scavo rispetto alle dimensioni previste dal progetto originario. Così come si è capito solo dopo la prima ordinanza di divieto totale di sosta (h24) nelle vie del centro, che questa ordinanza avrebbe impedito totalmente l’accesso in centro dei messinesi per gli acquisti natalizi, danneggiando enormemente anche i commercianti, e si è deciso, in zona Cesarini, di ultimare i lavori a gennaio. Perché siamo arrivati a questa sovraesposizione di lavori nelle vie del centro? Per il clamoroso ritardo con cui si è data malamente attuazione al progetto originario, perché non sono stati fatti i necessari test sul terreno, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

Tutto questo andava previsto per tempo e quindi evitato. C’erano alternative? Certamente sì. Sarebbe stato più opportuno riforestare aree a monte della città, che sarebbero state riqualificate e recuperate alla fruizione dei cittadini, si sarebbero potute rioccupare le centinaia di aiuole presenti in città, prive di alberi, in primis quelle del viale San Martino. Ma l’amministrazione, dal 2021 ad oggi, ha colpevolmente tergiversato, quando avrebbe potuto ricorrere ad una variante di progetto. A ciò si aggiunga che la fretta impressa dall’amministrazione per completare i lavori, anche per non perdere i previsti finanziamenti, ha generato confusione e sovrapposizioni come, per esempio, in via dei Mille dove Atm ha già collocato i sensori negli stalli, quando invece avrebbe dovuto attendere la messa a dimora degli alberi. Sensori che, in alcuni tratti erano stati anche collocati nella sede della pista ciclabile; ad ulteriore riprova del fatto che le direzioni dei rispettivi lavori non sono coordinate a dovere dai relativi dipartimenti.

Oggi l’unico rimedio per limitare ulteriori danni e, laddove gli scavi abbiano intercettato infrastrutture presenti nel sottosuolo che non consentono la messa a dimora degli alberi, quello di ricolmare gli scavi e di collocare contenitori di dimensioni adeguate a contenere alcune delle alberature previste dal progetto. Speriamo, fiduciosi, che l’Amministrazione comunale accetti ben volentieri le nostre proposte.

 

I consiglieri comunali

Pd Antonella Russo e Felice Calabrò

i consiglieri della IV circoscrizione Pd

Renato Coletta, Maria Cristina Costanzo, Gianmarco Luzza