Destano stupore i toni utilizzati dal sindaco Basile nel post su Fb denominato “Ulteriore precisazione” in merito al sequestro giudiziario del Parco Aldo Moro. Premesso che soltanto dopo il mio post pubblicato sui social il sindaco, tempestato da telefonate da parte della stampa, è stato costretto a rendere pubbliche le ragioni del sequestro dell’area, nonostante fosse al corrente del provvedimento da qualche giorno.

Sarebbe stato quindi più corretto informare preventivamente sia la stampa che la cittadinanza, evitando incomprensioni e soprattutto disagi alle decine di visitatori rimasti fuori dai cancelli. Invece il sindaco in modo stizzito, scrive fra l’altro: “Con molto rammarico (e mi limito a questo termine..) mi riferisco a tanti articoli e post… che tendono  ed alimentare “polemiche sterili generando puro allarmismo”.

Un sindaco, sia per il suo ruolo istituzionale ma soprattutto sociale, dovrebbe avere modalità di comunicazione ben diverse con la propria comunità, usando toni concilianti, anziché ricorrere continuamente ad espressioni stucchevoli e rancorose, puntini ripetuti e persino punti esclamativi. Noi ci auguriamo che il comunicato sia stato scritto invece da qualche suo collaboratore che più di una volta ha usato termini e toni inadeguati e talvolta offensivi, sia sui social che, fatto ancor più grave, nei comunicati stampa ufficiali del Comune.

Tornando alla vicenda del Parco Aldo Modo, della quale mi occupo da anni, il Sindaco deve rispondere ad una serie di gravi lacune progettuali che condizionano pesantemente la fruibilità dell’opera. Infatti la sua realizzazione, come ben noto a tutti, è stata politicamente enfatizzata per fini elettorali, tant’è che l’inaugurazione è stata fatta coincidere con le elezioni europee.

In primis l’assenza di servizi igienici nel Parco, che ricorda quella della villa Mazzini rimasta per due anni senza bagni, costringendo i visitatori ad utilizzare siepi e gli incavi delle magnolie, per espletare i propri bisogni; Per fortuna nel Parco ci sono molte aree dove trovare un po’ di privacy…

Mentre Messina subisce una pesante crisi idrica, i serbatoi da 60mila litri del parco vengono giornalmente riempiti dall’acquedotto cittadino e dalle autobotti dell’Amam sottratte ai servizi di approvvigionamento che già vengono richiesti da cittadini rimasti a secco in questi giorni a causa della riduzione di erogazione per l’apertura del by pass di Taormina.

Doveva essere prevista in fase progettuale, la realizzazione di un pozzo o l’allaccio ad alcuni pozzi privati presenti nella zona. E che dire del prato, scelta discutibile in virtù dei costi di manutenzione elevati, della durata nel tempo e del notevole fabbisogno idrico. A titolo di esempio nei 4-5 mesi estivi il fabbisogno è di circa 7 litri Mq al giorno x 6000 Mq di prato + 8mila restanti con piantine e alberelli da irrigare, per un totale di 60mila litri circa.

Sul sequestro dell’area, incomprensibilmente tenuto “segreto” dal Sindaco, anche per il disagio arrecato ai visitatori che hanno trovato i sigilli al cancello, va detto che la scarpata nord non è stata interessata dai progettisti da una qualsiasi valorizzazione attraverso opere di ingegneria naturalistica come palificate utili a mettere in sicurezza le scarpate da possibili scivolamenti di pietre sul marciapiede della circonvallazione. Questo avrebbe aumentato e reso più gradevole l’area del parco e probabilmente avrebbe consentito durante i lavori di di sistemazione,  di rinvenire gli inquinanti causa del sequestro. Quindi affermare che quell’area non rientra fra quelle fruibili, è uno dei tanti clamorosi autogol. Va altresì detto che l’area in questione è completamente fagocitata da un devastante infestante, l’Ailanthus altissima che di fatto ha colonizzato buona parte del Parco. A suo tempo sollecitai uno dei progettisti, poi dileguatosi nel nulla, esortandolo a bonificare l’area ed in particolare la scarpata oggetto del sequestro, con diserbo chimico. Se fossi stato ascoltato, probabilmente avremmo un problema in meno nel Parco e si sarebbe potuto procedere alla bonifica del costone, che comunque rappresenta un pericolo per la notevole presenza di detriti e pietre che a causa della notevole pendenza, potrebbero precipitare nel sottostante marciapiede della circonvallazione.